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giovedì 2 dicembre 2010

La morte in diretta

E' successo... mentre ero sulla banchina della stazione di Modena, esattamente di fronte a me, sul binario opposto, mentre arrivava un Eurostar, ho visto un uomo che si buttava volontariamente davanti al treno in arrivo. Dalla mia posizione ho potuto vedere chiaramente non solo il corpo che veniva centrato in pieno dalla motrice, ma anche la sua caduta ed il rotolamento sulle rotaie sotto il treno.

Non era la prima volta che assistevo a scene drammatiche. Pochi mesi fa vidi l’investimento di una bambina che attraversava la strada sulle strisce pedonali, per raggiungere il fratello che l’aspettava tendendole la mano, da parte di uno scooterista che disse poi di non averla vista.
Fu travolta così in pieno che pensai sarebbe morta, ma fortunatamente pur dolorante e piangente, zoppicando ha corso fino a casa sua, seguita dal fratello sotto shock e dai passanti increduli ed esitanti perché non voleva essere toccata da nessuno.

Qualche mese addietro invece mi toccò di assistere all’investimento di una ragazza in bici che attraversava sulle strisce, sempre da parte di un altro scooterista che, invece di fermarsi in coda all’auto che aveva dato la possibilità alla ragazza di attraversare, senza minimamente rallentare aveva superato l’auto investendo la bici quasi in pieno, facendo rovinosamente volare la ragazza per terra, dove ci restò fino all’arrivo dei soccorsi. Allora pensai che se invece della bici ci fosse stato un passeggino con un neonato la moto l’avrebbe ucciso ed ero furioso con il centauro spericolato anche perchè nei millisecondi che precedettero l’impatto avevo già intuito quanto sarebbe accaduto, ma non ho potuto fare nulla.

Molti anni fa invece, mentre ero in una sala d’attesa uno dei presenti ebbe un infarto. Non so se si sia salvato, pur ricevendo l’immediato soccorso di qualcuno che, evidentemente preparato, gli tirò fuori la lingua per impedirgli di soffocare finchè non arrivò l’ambulanza.

Altre due volte ho visto persone svenire, cascare per terra improvvisamente, ma ancora semi coscienti, in attesa di soccorsi.

Infine ancora più indietro mentre per lavoro camminavo su di un traliccio orizzontale, ad una quindicina di metri dal suolo, vidi un mio collega sparire improvvisamente. Ebbe i riflessi pronti e riuscì ad aggrapparsi in tempo per non cadere giù.

A parte poi l’aver sentito la pelle di mio padre fredda come il marmo alla fine di una lunga malattia, esperienza che fa riflettere davvero su cosa c'è dopo la vita, direi di non aver più avuto contatti con la morte o il suo rischio.

La scena del suicida è stata surreale. Infatti, abituati ai film, scene simili sono già state viste centinaia di volte. Ma viverle nella realtà lascia una strana sensazione di dissonanza. Da una parte quasi normalità, dall’altra la consapevolezza di aver assistito, per la prima volta nel mio caso, ad una morte violenta. Più forte dello shock poi era la voglia di capire se era scivolato o era stato spinto o si fosse gettato intenzionalmente.

Nella nostra relativamente tranquilla società, raramente capita di vedere la morte dal vivo. E quel che più mi ha colpito, ancora una volta, è la constatazione, come per alcuni miei colleghi vittime di malattie o infarti, che la morte è un processo irreversibile. Sembra scontato, ma una cosa è dirlo, un'altra viverlo.

Colpisce che una persona, che pochi minuti o giorni prima era viva, respirava, parlava, aveva emozioni, ricordi, con cui potevi discutere… all’improvviso non c’è più. Come nel caso del suicida, diventa un corpo inerte, immobile, a parte gli spasmi muscolari che facevano pensare fosse solo ferito e incosciente.

La morte è irreversibile, questo rende più consapevoli di quanto abbia valore la vita, gli affetti, le relazioni… e nel caso di quel pover’uomo, che chissà per quale motivo ha deciso di porre fine alla sua vita, rimane un’amara certezza: che se questa società fosse giusta come dovrebbe, se desse alle persone, alla solidarietà, all’amore l’importanza che invece attribuisce al denaro, al potere, all’apparire... tante morti, tanto dolore e sofferenza si potrebbero evitare.

In questo siamo tutti responsabili, ed una cosa ho “sentito” e capito ieri: ogni volta che muore un essere umano, vicino o lontano che sia, conosciuto o meno, muore una parte di noi. Non lo possiamo comprendere, ma in qualche modo noi siamo tutti connessi e ciò che accade nel mondo, nel bene e nel male anche se in maniera sottile ed incomprensibile, influisce in ognuno di noi...

mercoledì 10 novembre 2010

Rivoluzioni pacifiche e trasformazioni vincenti

Mi è capitato di leggere un articolo: “Manipolazione mediatica, le dieci regole”(*vedi in fondo) , elenco stilato da Avram Noam Chomsky, uno dei massimi intellettuali americani impegnati contro l’egemonia Statunitense negli USA e nel mondo. E’ un documento quasi shoccante, per dettagli e veridicità, a conferma di quanto molti di noi hanno compreso, di come siamo schiavi di un Sistema di dominazione e condizionamento mentale oltre che fisico in altri modi.

A mio avviso la migliore fotografia delle forze che agiscono a livello macro rimane quanto Riane Eisler espone del suo libro “Il Calice e la Spada” individuando storicamente, indipendentemente dalle forme esteriori, la sostanza di due schemi agenti in ogni società, emanati, riflessi e assorbiti da ogni individuo e che si sviluppano collettivamente: il modello pacifico, cooperativo, che unisce, chiamato Mutuale, e quello violento, competitivo, che divide, chiamato Dominante. Ovviamente quest’ultimo, violento e spietato, ha la meglio su quello Mutuale, pur inglobandolo e usandolo per i suoi fini.

Una volta compreso ciò le reazioni possono essere diverse. Ci si può rassegnare all’accettazione del Sistema, con tristezza, sconforto o persino positivamente, godendo il più possibile di quel che ci viene lasciato godere. Oppure si può reagire violentemente, cosa che non risolverà nulla, perché già previsto e inutile, data la forza di repressione disponibile del Sistema.
Altrimenti, si può quindi accettare la nuda e cruda realtà, senza abbandonarsi alla disperazione e reagire con intelligenza, come fa Chomsky e migliaia di altre persone impegnate in ogni ambito, conosciute e non; come Vandana Shiva o Roberto Saviano, solo per fare due nomi, e tante altre a noi vicine o lontane, più o meno famose.

Perché sebbene tutto ciò sia drammaticamente vero è altrettanto vero che il futuro non è scritto da nessuna parte, e per quanto il Sistema sia forte e onnipresente non è infallibile, lascia margini di manovra, ha dei punti deboli, ma soprattutto rappresenta la sfida, la spinta a reazioni innovative, impreviste, creative, che possono portarci verso la sua sconfitta. Non siamo soli in ciò, siamo milioni che agiscono in maniera indipendente in ogni luogo della Terra, spesso ottenendo piccole vittorie che fanno ben sperare. La perdita della speranza è un altro degli strumenti del Sistema, il farci credere che sia imbattibile, mentre è molto, molto più vulnerabile di quanto ci appare. Casomai il problema più interessante secondo me è con cosa sostituirlo, perché evidentemente sfrutta con abilità le nostre debolezze e bisogni per alimentarsi e sostenersi.

Una di queste possibilità consiste nel lavorare sia individualmente che insieme in modo esattamente contrario a quello che ci tiene imprigionati, oltre ad usare con saggezza la mente ed il cuore, la forza e l’arrendevolezza. Personalmente faccio nel mio piccolo ciò che posso, qualcosa di nuovo e lavorare diversamente, impiegando le mie mie energie prioritariamente nel costruire oltre che nel contrastare, perché questa è una delle strade vincenti da percorrere.


* Manipolazione mediatica, le dieci regoleNel tentativo di strappare la maschera gioiosa del mostro tentacolare che ci ruba l'anima, Avram Noam Chomsky ha individuato i dieci comandamenti che drogano le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria.
29 settembre 2010 - Avram Noam Chomsky - Fonte: byoblu.com


1- La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).


2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.


3- La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.


4- La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.


5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).


6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti….


7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".


8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...


9- Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!


10- Conoscere agli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

domenica 7 novembre 2010

La gazzella, il leone, ed altro*


Avete mai letto la storiella della gazzella e del leone?
- Ogni mattina in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, un leone si sveglia, sa che deve correre più della gazzella, o morirà di fame. Quando il sole sorge, non importa se sei un leone o una gazzella: è meglio che cominci a correre. -
Io la scoprii per caso mentre aspettavo per un colloquio di lavoro in un'azienda veneta, ma posso immaginare che sia affissa in molti luoghi dove lavorano le cosìdette “persone di successo”, che si sono “fatte da sole”, che lavorano sacrificandosi (e sacrificando altri) al dio denaro, in ogni parte del globo.
Secondo me rivela una idea della realtà distorta che ben si sposa con quella che questo modello dominante ci inculca: che bisogna lavorare affannosamente, competere, lottare, uccidere per non essere uccisi, idea affine al concetto cattolico del mondo come “valle di lacrime”.
Certamente non è un mondo tutto pace e amore e non lo sarà mai perchè i conflitti sono un meccanismo necessario all'evoluzione, ma noi non siamo né leoni né gazzelle, che comunque non passano la loro intera esistenza in corsa, perchè la Natura è molto più intelligente ed equanime nel suo operato di quanto farebbe chi ha ideato questa storiella.
Ma soprattutto noi, a differenza degli animali, abbiamo la possibilità di scegliere. La realtà è ciò che noi crediamo che sia, ciò che noi desideriamo che sia, nel senso che nell'ottica di trovare del bene o del male noi cerchiamo e troviamo, agiamo e reagiamo di conseguenza. Perciò c'è chi nella vita ha quanto vuole di bene e altri non riescono ad averlo perchè in realtà cercano e trovano solo male, problemi e sofferenza.
Da qui il fondamento del concetto di pensiero positivo, per cui scegliendo i nostri pensieri possiamo creare e avere ciò che desideriamo.
In risposta alla parabola seriosa e del “Homo capitalisticus” propongo la mia più ludica, riflettendo sul fatto che come ci sono persone che rinunciano alla vita per il lavoro ci sono persone che rinunciano (per scelta o per forza) al piacere di “altro”.
Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale... 

Eco-logi(c)a del corpo umano
Da qualche parte un uomo solo si sveglia al mattino e, dopo aver notato la solita durezza di una parte del proprio corpo pensa:
- Che cazzo! (letteralmente)
- Quanto ben di Dio (Priapo) inutilizzato...
In un altro posto una donna sola si sveglia al mattino e, dopo aver notato il solito liquido trasparente in una parte del proprio corpo pensa:
- Che gnocca! (letteralmente)
- Quanto bene della Dea (Sheela na Gig) inutilizzato...

Morale: Fate l'amore non fatela guerra (e non vivete per il lavoro). Il mondo sarà migliore e sarete più rilassati!!!

*Tutti i diritti (del cazzo) riservati. ;)

mercoledì 20 ottobre 2010

Essere pagani

Essere pagano per me significa riconoscere l’esistenza di qualcosa di superiore che regola e muove l’esistente e la realtà, ciò che le religioni chiamano “divino”, con la differenza fondamentale che per me quel qualcosa non è un dio maschio ma si presenta con energie maschili e femminili, in concordanza con quanto confermato dalla scienza sulle origini della materia e dell’energia, che richiede due polarità che interagiscono armoniosamente.

Inoltre per me il divino non è qualcosa di intangibile, bensì è dentro ed intorno a noi, in tutto ciò che è manifesto, sia nella vita organica in tutte le sue forme che nella materia apparentemente inanimata, ed io l’onoro festeggiando i fenomeni e i ritmi della Natura seguendo “La Ruota dell’Anno”: solstizi, equinozi, stagioni; vita, morte, rinascita; giovinezza, maturità, vecchiaia. Perchè osservo e comprendo che la vita si muove in maniera ciclica, non secondo una limitata idea di linearità: nascita, morte e paradiso, o inferno o purgatorio, per l’eternità…

Infine secondo il mio paganesimo occorre vivere osservando
le leggi della Natura e dell’Universo, privilegiando l’amore, onorando la Vita che ci è stata donata e che ci circonda con rispetto e gioia, senza rinunciare ad usare la forza quando questa è necessaria per difendere se stessi e gli altri da pericoli e minacce, o ad accettare la morte quando questa rende dignità alla vita.

A differenza di religioni che,
ipocritamente, si proclamano portatori di pace e amore, salvo poi incitare all’odio verso altre religioni, ritenendo malattia l'omosessualità, considerando inferiori le donne, gli animali, la Natura; reprimendo i nostri istinti naturali, la nostra felicità innata, usando la paura, il senso di colpa, la violenza, per attuare il “Regno di Dio”; condannando più di ogni altra cosa la sessualità ed il piacere, che sono alla base della vita e della creazione, trasformando così, con la vostra visione, un mondo che potrebbe essere un paradiso in terra, in una valle di lacrime e sofferenze.

Grazie religioni teocratiche, maschiliste, sessofobiche, autoritarie... ho visto cosa avete prodotto in millenni di vostro dominio, come vi schierate dalla parte dei potenti e del denaro, voi "banchieri di Dio", dello IOR, dell'Opus Dei.

So bene di come avete perseguitato e ucciso noi pagani, ed ebrei, musulmani, eretici, e denigrato, torturato, violentato e bruciate vive con l'inquisizione milioni di donne e bambine, guaritrici, levatrici, erboriste; voi che combattete strenuamente per mantenere nell'ignoranza la gente, affinchè siano pecore alla guidate dai vostri pastori e non uomini e donne liberi e forti...

Grazie del vostro invito al pentimento, alla conversione, ad obbedire a dogmi e a libri "sacri" senza senso, scritti da personalità malate e represse, grazie dell'obbligo di passare dalle vostre gerarchie per comunicare con il divino... io, noi non abbiamo bisogno di voi.

Non ci serve "credere" nel divino, perchè per noi è tangibile, è vivo e ci circonda: tutti siamo il divino. Siamo pagani: esistevamo già migliaia di anni prima di voi e ci saremo ancora quando non ci sarete più...

lunedì 18 ottobre 2010

Le madri sole

Oggi ho incontrato ancora un'altra giovane madre, sola, con scarso aiuto e mille difficoltà. In parte inaspettatamente, in parte no, perchè un pò l'ho cercata io, anche se non mi aspettavo di rimanerne così colpito quando mi ha raccontato alcuni particolari della sua storia.

Sono ancora a pensarci... che persone che noi incrociamo quotidianamente lungo la strada o che magari lavorano al nostro fianco, vivano situazioni così difficili, a volte drammatiche, senza che noi possiamo minimamente intuirlo, senza che lo diano a vedere. Lo so che c'è gente che soffre e muore nel mondo, vicino e lontano, lo sappiamo tutti, ma constatarlo di persona è ben diverso.

E mi viene in mente chi ha tutt'altri problemi, vissuti malissimo, come riuscire a comprare l'ultimo prodotto tecnologico in offerta prima che finisca, andare in vacanza senza spendere molto, trovare abiti alla moda ma originali...

Altro che rassegnarsi ad una casa fredda perchè scaldarla costa. O avere una camera senza luce, guasta, perchè non conosci chi ne capisce qualcosa, figurarsi chiamare un elettricista... E abituarsi a vivere nel disordine, nella trascuratezza, perchè il tempo non basta davvero, ogni secondo viene assorbito dal lavoro, dal figlio/a, dal dover correre per prenderlo o lasciarlo da qualcuno, e far la spesa, cucinare, lavare, stirare... e ogni sera si arriva così stanchi che basta chiudere gli occhi un momento per risvegliarsi il mattino dopo.

Ci sono donne che dormono abbracciate al figlio/a da anni, perchè tanto non c'è qualcuno per il quale dovrebbero dormire in un altra stanza. Ma anche perchè i figli sono il loro unico e vero amore, talvolta il frutto di un errore che dona loro forza per andare avanti, da sole, contro tutti e tutto, senza nessuno al loro fianco.
Donne che stanno sacrificando la loro vita, la loro giovinezza, ogni piacere, libertà, svago... al punto che andare al cinema diventa un sogno, e che ritrovarsi un uomo in casa che fa piccoli lavoretti in sospeso da mesi o anche solo che gli taglia la pizza, provoca commozione per quanto è ormai così lontano nel tempo un banale gesto di gentilezza o amore...

Naturalmente c'è chi dice che se la sono cercata, che potevano stare attente, o abortire. Siccome fidarsi di chi si ama è peccato. Come dire che la colpa è sempre donna, anziché dell'uomo che in questi casi non c'è. E spesso è meglio, perchè quando c'è sono più i problemi che crea di quelli che risolve. Questi uomini che sembrano qualcosa di etereo, evanescente, non hanno mai colpa, responsabilità, peccato. Ne escono sempre immacolati o addirittura vittime.

Queste donne non mi sono capitate per caso, lo so. Quel che provo quando le osservo giocare con i figli, dedicargli così tanto tempo, pazienza, e sacrificio... quel senso di famiglia, l'amore che dimostrano queste madri... mi attrae.

Forse rappresentano il ricordo di ciò che ad un certo punto ho perso nella mia famiglia, secoli fa... l'amore, che riempiva la mia vita, di cui ho bisogno. E mi ricordano la mia paternità, prematura e gioiosa... ma ferita.

giovedì 14 ottobre 2010

DECRESCITA FELICE E POLITICA

I tentativi di agire politicamente dal basso degli ultimi anni, compresa la proposta al Movimento per la Decrescita Felice, mi hanno spinto a scrivere questo articolo che spero giri il più possibile in rete.

Sono un sostenitore della Decrescita fin dai suoi esordi e anche prima, come sicuramente tantissimi di voi che hanno semplicemente ritrovato in essa quanto già compreso e qualche volta messo in pratica autonomamente.

Sorvoliamo su cosa sia, lo sappiamo bene, anzi, lo sentiamo dentro di noi, una voce interiore ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, una voce che, da Pagano quale sono, non è altro che quella di Madre Terra di cui noi siamo figli e manifestazione.

Ciò di cui voglio parlare riguarda la politica che può scaturire dal movimento per la Decrescita. Comincia a delinearsi chiaramente, in ognuno di noi e in un più vasto movimento globale spontaneo (la Moltitudine inarrestabile: http://www.youtube.com/watch?v=3z9uyQ6rRNw) il baratro verso cui siamo diretti e la via d'uscita rappresentata da una nuova visione della vita, interiore e di conseguenza collettiva, di una società diversa di cui siamo portatori. Una visione che ci indica la strada giusta per raggiungere livelli di benessere collettivo, prosperità, armonia, mai raggiunti prima dalle comunità umane. Purtroppo però non si vede come sia possibile riuscire a realizzarla in maniera più efficace di quanto si possa fare in un singolo progetto locale come una Comunità, un Eco - villaggio, un Gruppo di Acquisto o un Circolo della Decrescita.

Sappiamo benissimo che dal basso la spinta al cambiamento c'è, è forte, è in continua crescita, ma il problema consiste nel farla penetrare alle alte sfere, nei luoghi di potere e decisione reali, che sappiamo tutti avere altre visioni della vita e altri intenti, progetti che comprendiamo, anche se non vengono svelati o sono camuffati dietro belle parole. Capiamo cosa vuole qualcuno da ciò che fa, non da ciò che dice. E abbiamo chiara cognizione di ciò in sintesi vuole chi ha il potere: la dominazione totale e assoluta delle masse con ogni mezzo e con l'uso della forza.
Il punto critico nel trasformare la società ai miei occhi perciò diventa il seguente.

Intuiamo che le forze di questa moltitudine se fossero unite e dirette politicamente sarebbero determinanti nell'effettuare il cambiamento radicale dall'alto. Ma abbiamo anche il timore (io ne ho la certezza) che se tutto ciò avvenisse con un modello tradizionale a struttura piramidale (creazione di un partito e concentrazioni di potere nelle mani di singoli individui), una volta raggiunti determinati risultati, si verificherà la solita decadenza morale per cui chi ha la delega a guidarci tradirà i valori che rappresenta e diventerà parte del Sistema.

Non lo dico per mancanza di fiducia in un qualunque essere umano o di chi opera in questo movimento, dagli animatori e fondatori all'ultimo dei nuovi arrivati pieni di energie e speranze. Lo dico perché l'ho letto nella storia e l'ho constatato nell’esperienza, globale e locale di partiti, associazioni e movimenti. Conosco bene, ma la conoscete anche voi, la condizione di vulnerabilità dell'animo umano: ciò che ci rende migliori, la bontà e il dispiacere per la sofferenza altrui, è anche quanto ci rende più deboli e fragili rispetto a chi è senza cuore.

Chi ha il potere ha metodi di persuasione tra i più raffinati mai concepiti e messi a disposizione del genere umano nella storia. Metodi che, uniti alla spregiudicatezza nell'uso della violenza, rendono impossibile a chiunque resistervi a meno di sacrificare la propria vita. E nessuno di noi adora gli eroi morti o le persecuzioni, perché il desiderio che ci muove è la ricerca della felicità e del benessere personali, oltre che collettivi, e chiunque preferirebbe vivere una vita discreta, perfino in schiavitù o in condizioni disumane (i campi di concentramento nazisti ne sono stati una prova), piuttosto che morire da eroe e perdere la straordinaria opportunità di godere del nostro meraviglioso viaggio in un corpo umano su questo pianeta, nonostante tutto.

Perciò a questo punto in cui abbiamo sicuramente le forze per opporci al Sistema, è importantissimo e vitale non farci mal consigliare dalla fretta, com’è accaduto al Movimento 5 Stelle, che a mio avviso non otterrà grandi risultati perché è una “comunità virtuale” la cui “comune-unità” viene da fuori, dall'esterno, per reazione, e quindi comprende una eterogeneità di persone e visioni che rende impossibile un linguaggio comune profondo ed una reale unità. Ben diverso è quanto accade nella Decrescita (e nei movimenti spontanei della “Moltitudine inarrestabile”) la cui “comune-unità” viene dalla consapevolezza interiore di ogni persona, che successivamente cerca altri individui con cui unirsi per trarne, e offrire, forza.

Per cui, mai come adesso, piuttosto che sbagliare è meglio non agire, aspettare, pur soffrendo per quanto vediamo e subiamo intorno a noi. Piuttosto che bruciare la straordinaria occasione che abbiamo in questo periodo storico, è meglio continuare a lavorare culturalmente.

Meglio partire in ritardo nella giusta direzione che partire subito in quella sbagliata. Meglio usare le risorse che usa la permacultura, applicandola in politica e nella società: intelligenza, osservazione, progettazione, sperimentazione. E come ho scoperto da poco, più importante del trovare una risposta è porsi la domanda giusta, atteggiamento a cui non siamo culturalmente preparati anche perché l'emotività e la paura ci spingono a trovare soluzioni immediate per placare l'ansia.

Perciò, come per un problema matematico o un quesito scientifico, invito tutti a porvi la domanda: “Come si può strutturare un sistema di rappresentanza politica con sistemi di autoregolazione? Un sistema che abbia degli strumenti di autocontrollo che impediscano ad ogni sua cellula di degenerare o infettarsi e minare gli scopi per cui esiste?”

Intanto continuiamo a studiare, supportare e valorizzare quelle piccole realtà che simulano società in scala ridotta, per poi applicarne i risultati positivi in scala più ampia... sta già accadendo: ogni Eco - villaggio o Comunità lo sta facendo, inconsapevolmente.

Questo è quanto volevo comunicare nella speranza di essere utile nel processo che ci vede coinvolti. Non ho la presunzione di offrire soluzioni miracolose. Personalmente intendo dedicarmi alla divulgazione dei modelli culturali scoperti da Riane Eisler (Il Calice e la Spada) che individuo chiaramente agire nelle società: quello di dominazione, attualmente imperante, e quello mutuale, che desideriamo come risultato della trasformazione sociale noi della “Moltitudine”.

Se mettete da parte le apparenze esteriori e di forma (colore politico e di pelle, ricchezza e proprietà, ideologie, religioni, ecc) vedrete in ogni struttura sociale, dalla coppia alle nazioni, e in ogni azione individuale la sostanza di uno di questi due modelli, che altro non sono che manifestazioni estese della dualità e polarità dell'esistente: yin e yang, maschile e femminile, notte e giorno, vita e morte, ecc.
Altresì, oltre alla comprensione e studio dei due modelli, desidero anche offrire modalità concrete di sperimentazione del modello gilanico e mutuale in un'ottica di lavoro in rete con quanto già esiste. Chi comprende quanto descritto e si ritrova in ciò che desidero costruire può contattarmi.

Spero di avervi offerto un messaggio di speranza, affinché quel meraviglioso processo chiamato Vita possa guidarci verso la strada della evoluzione e del progresso, umano e terrestre.
Un augurio e saluto d’amore, a tutti voi: fratelli e sorelle, a Madre Terra e Padre Celeste

Germano Caputo Licastro
nodo.decrescita.modena(@)gmail.com

venerdì 17 settembre 2010

E' un fuoco che sembra ormai spento, ma basta un soffio che la fiamma si ravviva e comincia ad ardere... a bruciare...

sabato 26 giugno 2010

Nei nostri occhi

Nei nostri occhi c'è una luce

Differente, diversa
dalla luce del sole
o da quella artificiale

E' la luce della vita
è forte e dà calore

Non c'è se la cerchi
guardandoti allo specchio

La vedi soltanto negli occhi di chi ti ama

E chi ti ama

la vede soltanto negli occhi tuoi

lunedì 31 maggio 2010

INNAMORANDOMI

Ogni tanto ti penso
a quanto poco, e allo stesso tempo tanto, so di te
pur conoscendoti da così breve tempo.

E mentre vivo serenamente
la mia quotidianità
all'improvviso mi scopro a sognare...

Le mie dita sfiorano le tue
ti accarezzano teneramente il viso
mentre mi perdo nei tuoi occhi
che poi chiudo
mentre le mie labbra assaporano le tue
in un dolce e prepotente abbraccio
che ci trasporta in un'altra dimensione
senza spazio, né tempo, né età...

Riapro gli occhi...
sono qui, solo con me stesso
il cuore mi batte forte
pensava fosse realtà... il sogno.

E mi chiedo: come può succedere?
Di vivere insieme amore, passione, libertà?

Una responsabile pazzia
senza pretese e illusioni
senza ansie e timori...

Innamorandosi dell'amore.

giovedì 29 aprile 2010

CRISI: le origini storiche e culturali

La crisi che stiamo vivendo, il suo disprezzo per la vita di miliardi di persone e verso la Natura parte da molto più lontano di quanto si pensi...

Come tanti io sento che c'è qualcosa di superiore che governa l'Universo e che genera la Vita nelle sue infinite forme e dinamiche.
Sono consapevole che tutto ciò è frutto di due energie e polarità, l'una femminile l'altra maschile, lo Yin e lo Yang, e che in questa divisione regna una sostanziale unità, complementarietà, perchè siamo tutti connessi e interdipendenti, per cui ciò che facciamo agli altri, alla Natura, agli animali, in qualche modo si ripercuote su di noi.
Le divisioni le creano coloro che si sentono separati dall'esistenza, con tutto ciò che ne consegue: l'umanità mostra chiaramente, con i suoi "-ismi", religiosi, politici, culturali, sociali, ideologici, economici, dove porta una simile visione di separazione dagli altri e dalla Natura.
Purtroppo l'immagine di Dio e del maschio in genere, è stata usata quasi esclusivamente per fini di potere e manipolazione, caricata di odio, fomentando divisioni, alimentando guerre e incomprensioni.
Ma né Dio né gli uomini sono così. Ciò che siamo dipende da ciò che pensiamo di essere e dall'ambiente sociale che ci modella.

Perciò in questo periodo, anche se sono libero di rivolgermi a Dio o alla Dea per chiedere aiuto o dimostrare gratitudine e onorare la loro forza, mi rivolgo spesso alla Dea, perchè se l'uomo fa la sua parte offrendo il seme, chi accudisce il frutto fecondato sino a portarlo alla luce è la donna, e in questo momento storico c'è assoluto bisogno della sua capacità di proteggere la Vita, messa in pericolo dall'abuso della polarità maschile nelle ultime migliaia di anni.

Il mio tatuaggio lo ha disegnato una donna, e riceverlo è stato un momento molto importante della mia vita, come lo è stato diventare padre, per indicare ciò in cui credo, che sento, per cui vivo e agisco: la Vita, l'Amore, la Libertà.
La Dea.

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giovedì 22 aprile 2010

CRISI: domande per trovare soluzioni

Mentre i nostri politici litigano, tanto sono lautamente pagati e godono di privilegi e pensioni garantite dopo due anni di legislatura, l’Italia è divisa in chi ha poco o nulla, chi ha abbastanza (entrambi destinati ad avere sempre meno) e una minoranza di eletti che ha già troppo e continuerà ad arricchirsi oltre ogni misura. Vi sono poi una miriade di ulteriori divisioni: di genere, di sessualità, religione, colore, regione, partito, ecc.

Si delinea un fosco futuro per la stragrande maggioranza di noi. Arriva la guerra dei poveri, la lotta per la sopravvivenza, la legge dei più forte, come hanno fatto in modo che sia i nostri politici, tutti.

Ciò che vorrei fosse chiaro è che questa crisi, con i suoi effetti, è una fase di transizione voluta, calcolata, strutturale, ricorrente di questo modello economico e di sviluppo.

E questo modello, a sua volta, è la conseguenza sociale di un paradigma culturale che tutti noi adottiamo; in parte coscientemente, in parte indotto dai media e dal sistema, da quelle persone che realmente hanno potere nel mondo, che non sono politici o cittadini comuni, ma una ristretta cerchia di eletti che possiedono la quasi totalità del denaro, reale e virtuale, circolante nel mondo.

Grazie a questa fase di recessione il loro potere aumenterà esponenzialmente, i nostri diritti e conquiste civili diminuiranno, i beni pubblici, le terre, il pianeta stesso e persino la vita (brevettabile) e tutto ciò che è bene comune o per il bene comune, diventerà proprietà privata.
Una ristretta cerchia di persone diventerà, a breve, padrona del mondo, letteralmente e legalmente.
Questo è la nuda realtà. Per quanto sia dura, triste, scomoda, non è ignorandola che ognuno di noi può sentirsi meglio o al sicuro dal subirne le conseguenze.
Ma io non scrivo per offrire soluzioni, bensì per sollecitare a porvi delle domande, di cui potrei anche conoscere le risposte, che però non hanno valore se mostrate, ognuno deve trovarle da sè.
Chi sono le persone che davvero hanno potere nel mondo, che decidono della nostra vita e sulla nostra pelle?Qual è il loro paradigma culturale?
Come vedono il mondo e chi ci abita?E perché agiscono in questo modo, perché sono così desiderose di denaro e potere?

Queste sono domande importanti. Ma ve ne sono altre. Bisogna capire qual'è il problema, non cercare il colpevole.

Chi siamo noi, come individui, cittadini e umanità intera?
Quale la nostra vera storia recente e remota?
Intendo quella in cui non vengono censurate le donne che hanno contribuito quanto gli uomini alla scienza e ai progressi sociali, quella di quanti hanno compiuto opere straordinarie per amore e altruismo e non le solite sanguinose lotte di potere che insegnano a scuola.
Sono esistiti modelli sociali diversi, pacifici, solidali, rispettosi della vita, dell’ambiente, della Natura?
E come mai quelle persone che hanno il potere riescono, oltre a costringere con la forza, l’inganno, il bisogno, lo sfruttamento, anche a contagiare con la loro visione malata così tanta gente?
Addirittura a far credere alle stesse vittime del sistema che questo sistema economico, sociale, politico è il migliore dei sistemi possibili?
Come è possibile convivere in armonia nonostante le diversità, imparando ad coglierne le opportunità di crescita che offrono?
Come possiamo essere l’un l’altro amorevoli e solidali?
Dalla semplice ricerca di risposte a queste domande scaturiranno infinite possibili soluzioni ai nostri comuni problemi e alle molteplici ingiustizie e violenze che caratterizzano la visione imperante nel mondo adesso: quella dominatrice, gerarchica, competitiva, di separazione e divisione, di crescita senza fine.

La forza di chi adesso ci manipola infatti deriva dalla inconsapevolezza e ignoranza di chi siamo, di quale è il nostro immenso potere, dalla incapacità nel porsi queste domande e di trovare delle risposte.

Oltre alla ignoranza chi ci governa si ispira all’antico detto latino: “Divide et impera”. Per spezzare le catene che
ci tengono imprigionati da millenni è necessario quindi applicare esattamente l’opposto: anziché “Dividi e domina”, “Unisci e lascia liberi”.

E' il momento di ribaltare la situazione, di far emergere il nostro spirito combattivo e ribelle, di ritornare Liberi e ridare Potere alla Vita, all'Amore, a Madre Terra.
Vi Veri Veniversum Vivus Vici

Germanus Caput - http://germanuscaput.blogspot.com/

domenica 18 aprile 2010

Agorà, la vera natura della chiesa cattolica

Ipazia di Alessandria, SPELLATA VIVA dai parabolani, CRISTIANI
che, come ronde naziste, attaccavano pagani, ebrei e cristiani. La vera
anima della CHIESA, che spiega l'intolleranza verso chi non si adegua al
suo volere. Pretende di dirci che dio seguire, chi, come e quando fare
sesso e amare, come curarci e morire. Sono personalità malate, con il
potere di una istituzione millenaria che ha IMMANI CRIMINI sulla coscienza...