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giovedì 14 ottobre 2010

DECRESCITA FELICE E POLITICA

I tentativi di agire politicamente dal basso degli ultimi anni, compresa la proposta al Movimento per la Decrescita Felice, mi hanno spinto a scrivere questo articolo che spero giri il più possibile in rete.

Sono un sostenitore della Decrescita fin dai suoi esordi e anche prima, come sicuramente tantissimi di voi che hanno semplicemente ritrovato in essa quanto già compreso e qualche volta messo in pratica autonomamente.

Sorvoliamo su cosa sia, lo sappiamo bene, anzi, lo sentiamo dentro di noi, una voce interiore ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, una voce che, da Pagano quale sono, non è altro che quella di Madre Terra di cui noi siamo figli e manifestazione.

Ciò di cui voglio parlare riguarda la politica che può scaturire dal movimento per la Decrescita. Comincia a delinearsi chiaramente, in ognuno di noi e in un più vasto movimento globale spontaneo (la Moltitudine inarrestabile: http://www.youtube.com/watch?v=3z9uyQ6rRNw) il baratro verso cui siamo diretti e la via d'uscita rappresentata da una nuova visione della vita, interiore e di conseguenza collettiva, di una società diversa di cui siamo portatori. Una visione che ci indica la strada giusta per raggiungere livelli di benessere collettivo, prosperità, armonia, mai raggiunti prima dalle comunità umane. Purtroppo però non si vede come sia possibile riuscire a realizzarla in maniera più efficace di quanto si possa fare in un singolo progetto locale come una Comunità, un Eco - villaggio, un Gruppo di Acquisto o un Circolo della Decrescita.

Sappiamo benissimo che dal basso la spinta al cambiamento c'è, è forte, è in continua crescita, ma il problema consiste nel farla penetrare alle alte sfere, nei luoghi di potere e decisione reali, che sappiamo tutti avere altre visioni della vita e altri intenti, progetti che comprendiamo, anche se non vengono svelati o sono camuffati dietro belle parole. Capiamo cosa vuole qualcuno da ciò che fa, non da ciò che dice. E abbiamo chiara cognizione di ciò in sintesi vuole chi ha il potere: la dominazione totale e assoluta delle masse con ogni mezzo e con l'uso della forza.
Il punto critico nel trasformare la società ai miei occhi perciò diventa il seguente.

Intuiamo che le forze di questa moltitudine se fossero unite e dirette politicamente sarebbero determinanti nell'effettuare il cambiamento radicale dall'alto. Ma abbiamo anche il timore (io ne ho la certezza) che se tutto ciò avvenisse con un modello tradizionale a struttura piramidale (creazione di un partito e concentrazioni di potere nelle mani di singoli individui), una volta raggiunti determinati risultati, si verificherà la solita decadenza morale per cui chi ha la delega a guidarci tradirà i valori che rappresenta e diventerà parte del Sistema.

Non lo dico per mancanza di fiducia in un qualunque essere umano o di chi opera in questo movimento, dagli animatori e fondatori all'ultimo dei nuovi arrivati pieni di energie e speranze. Lo dico perché l'ho letto nella storia e l'ho constatato nell’esperienza, globale e locale di partiti, associazioni e movimenti. Conosco bene, ma la conoscete anche voi, la condizione di vulnerabilità dell'animo umano: ciò che ci rende migliori, la bontà e il dispiacere per la sofferenza altrui, è anche quanto ci rende più deboli e fragili rispetto a chi è senza cuore.

Chi ha il potere ha metodi di persuasione tra i più raffinati mai concepiti e messi a disposizione del genere umano nella storia. Metodi che, uniti alla spregiudicatezza nell'uso della violenza, rendono impossibile a chiunque resistervi a meno di sacrificare la propria vita. E nessuno di noi adora gli eroi morti o le persecuzioni, perché il desiderio che ci muove è la ricerca della felicità e del benessere personali, oltre che collettivi, e chiunque preferirebbe vivere una vita discreta, perfino in schiavitù o in condizioni disumane (i campi di concentramento nazisti ne sono stati una prova), piuttosto che morire da eroe e perdere la straordinaria opportunità di godere del nostro meraviglioso viaggio in un corpo umano su questo pianeta, nonostante tutto.

Perciò a questo punto in cui abbiamo sicuramente le forze per opporci al Sistema, è importantissimo e vitale non farci mal consigliare dalla fretta, com’è accaduto al Movimento 5 Stelle, che a mio avviso non otterrà grandi risultati perché è una “comunità virtuale” la cui “comune-unità” viene da fuori, dall'esterno, per reazione, e quindi comprende una eterogeneità di persone e visioni che rende impossibile un linguaggio comune profondo ed una reale unità. Ben diverso è quanto accade nella Decrescita (e nei movimenti spontanei della “Moltitudine inarrestabile”) la cui “comune-unità” viene dalla consapevolezza interiore di ogni persona, che successivamente cerca altri individui con cui unirsi per trarne, e offrire, forza.

Per cui, mai come adesso, piuttosto che sbagliare è meglio non agire, aspettare, pur soffrendo per quanto vediamo e subiamo intorno a noi. Piuttosto che bruciare la straordinaria occasione che abbiamo in questo periodo storico, è meglio continuare a lavorare culturalmente.

Meglio partire in ritardo nella giusta direzione che partire subito in quella sbagliata. Meglio usare le risorse che usa la permacultura, applicandola in politica e nella società: intelligenza, osservazione, progettazione, sperimentazione. E come ho scoperto da poco, più importante del trovare una risposta è porsi la domanda giusta, atteggiamento a cui non siamo culturalmente preparati anche perché l'emotività e la paura ci spingono a trovare soluzioni immediate per placare l'ansia.

Perciò, come per un problema matematico o un quesito scientifico, invito tutti a porvi la domanda: “Come si può strutturare un sistema di rappresentanza politica con sistemi di autoregolazione? Un sistema che abbia degli strumenti di autocontrollo che impediscano ad ogni sua cellula di degenerare o infettarsi e minare gli scopi per cui esiste?”

Intanto continuiamo a studiare, supportare e valorizzare quelle piccole realtà che simulano società in scala ridotta, per poi applicarne i risultati positivi in scala più ampia... sta già accadendo: ogni Eco - villaggio o Comunità lo sta facendo, inconsapevolmente.

Questo è quanto volevo comunicare nella speranza di essere utile nel processo che ci vede coinvolti. Non ho la presunzione di offrire soluzioni miracolose. Personalmente intendo dedicarmi alla divulgazione dei modelli culturali scoperti da Riane Eisler (Il Calice e la Spada) che individuo chiaramente agire nelle società: quello di dominazione, attualmente imperante, e quello mutuale, che desideriamo come risultato della trasformazione sociale noi della “Moltitudine”.

Se mettete da parte le apparenze esteriori e di forma (colore politico e di pelle, ricchezza e proprietà, ideologie, religioni, ecc) vedrete in ogni struttura sociale, dalla coppia alle nazioni, e in ogni azione individuale la sostanza di uno di questi due modelli, che altro non sono che manifestazioni estese della dualità e polarità dell'esistente: yin e yang, maschile e femminile, notte e giorno, vita e morte, ecc.
Altresì, oltre alla comprensione e studio dei due modelli, desidero anche offrire modalità concrete di sperimentazione del modello gilanico e mutuale in un'ottica di lavoro in rete con quanto già esiste. Chi comprende quanto descritto e si ritrova in ciò che desidero costruire può contattarmi.

Spero di avervi offerto un messaggio di speranza, affinché quel meraviglioso processo chiamato Vita possa guidarci verso la strada della evoluzione e del progresso, umano e terrestre.
Un augurio e saluto d’amore, a tutti voi: fratelli e sorelle, a Madre Terra e Padre Celeste

Germano Caputo Licastro
nodo.decrescita.modena(@)gmail.com