Guardandomi attorno noto che ci sono persone che cercano e vivono costantemente nell'infelicità, nel dolore, nella disperazione. La loro visione della vita è quella cattolica, del mondo come “valle di lacrime”, un posto dove la gioia appare raramente, fugacemente, in poche occasioni, lasciando per la totalità della loro esistenza lo svolgimento di doveri, incarichi gravosi, il peso di piccole e grandi tragedie. E questa visione quasi sempre la trasmettono ai figli, a chi gli sta intorno: parenti, amici, colleghi, vicini...
Eppure, a guardare bene, è proprio per quella visione che di fatto vivono una vita così sofferta, in ogni cosa si aspettano il peggio, lo intravedono e gli corrono incontro a braccia aperte; e se casualmente gli capitano occasioni di piacere, divertimento, persone giuste che potrebbero regalargli felicità ne approfittano poco quando non le scansano come fosse fumo negli occhi.
Le questioni umane sono certamente complesse perchè complesso è l'essere umano... ma con un minimo di oggettività, guardando gli altri, e perfino noi stessi come se assistessimo ad una commedia, riusciremmo subito ad individuare questo modello di comportamento, e per contrasto quello opposto, quello di persone che, nonostante tutte le avversità che il destino gli pone contro, riescono ad uscirne vittoriosi, a restarne indenni, a confermare quel detto che recita “Ciò che non uccide ti rende più forte”, ma non solo.
Queste persone infondono allegria, spensieratezza, voglia di vivere; dove i primi vedono problemi essi vedono opportunità; mentre gli altri trovano scuse essi cercano e percorrono nuove strade fino ad ottenere ciò che desiderano e goderne.
Queste due modalità comportamentali, atteggiamenti verso se stessi e la vita riflettono le due polarità che interagendo muovono il mondo, animano la vita: positivo e negativo, vita e morte, luce e buio. E nulla vieta che l'una si diffonda fino quasi a prevalere sull'altra: accade nei momenti storici di regressione sociale, come in quelli di rinascita e progresso. Questo perchè, alla pari di un'altra fondamentale legge della fisica, tutto è in continua trasformazione.
Perciò, chiunque viva nella sofferenza sappia che ha una scelta, una possibilità: smetterla di coltivare le piante del dolore, volgere lo sguardo dall'altra parte, nel Giardino della Vita, cominciare a piantare i semi della felicità, ad averne cura, a proteggere i loro germogli affinchè diventino piante robuste, con radici che andranno in profondità nella terra così che la felicità si radicherà nel nostro essere, nella nostra anima, e potremo anche far gioire chi ci circonda e amiamo.
Non si può dare ciò che non si possiede: amatevi e siate felici e potrete amare e rendere felici gli altri...
Eppure, a guardare bene, è proprio per quella visione che di fatto vivono una vita così sofferta, in ogni cosa si aspettano il peggio, lo intravedono e gli corrono incontro a braccia aperte; e se casualmente gli capitano occasioni di piacere, divertimento, persone giuste che potrebbero regalargli felicità ne approfittano poco quando non le scansano come fosse fumo negli occhi.
Le questioni umane sono certamente complesse perchè complesso è l'essere umano... ma con un minimo di oggettività, guardando gli altri, e perfino noi stessi come se assistessimo ad una commedia, riusciremmo subito ad individuare questo modello di comportamento, e per contrasto quello opposto, quello di persone che, nonostante tutte le avversità che il destino gli pone contro, riescono ad uscirne vittoriosi, a restarne indenni, a confermare quel detto che recita “Ciò che non uccide ti rende più forte”, ma non solo.
Queste persone infondono allegria, spensieratezza, voglia di vivere; dove i primi vedono problemi essi vedono opportunità; mentre gli altri trovano scuse essi cercano e percorrono nuove strade fino ad ottenere ciò che desiderano e goderne.
Queste due modalità comportamentali, atteggiamenti verso se stessi e la vita riflettono le due polarità che interagendo muovono il mondo, animano la vita: positivo e negativo, vita e morte, luce e buio. E nulla vieta che l'una si diffonda fino quasi a prevalere sull'altra: accade nei momenti storici di regressione sociale, come in quelli di rinascita e progresso. Questo perchè, alla pari di un'altra fondamentale legge della fisica, tutto è in continua trasformazione.
Perciò, chiunque viva nella sofferenza sappia che ha una scelta, una possibilità: smetterla di coltivare le piante del dolore, volgere lo sguardo dall'altra parte, nel Giardino della Vita, cominciare a piantare i semi della felicità, ad averne cura, a proteggere i loro germogli affinchè diventino piante robuste, con radici che andranno in profondità nella terra così che la felicità si radicherà nel nostro essere, nella nostra anima, e potremo anche far gioire chi ci circonda e amiamo.
Non si può dare ciò che non si possiede: amatevi e siate felici e potrete amare e rendere felici gli altri...