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mercoledì 19 gennaio 2011

Quando tutto sembra crollare

Quando intorno a te tutto sembra crollare...
...il caos imperversa, il male sembra aver vinto e hai perso ogni speranza...
Trova un posto sicuro, tranquillo, e rinchiuditi in te stesso.

Fai quiete nella tua mente, ferma ogni pensiero, lascia andare ogni emozione, ascolta il tuo corpo, rilassa ogni atomo del tuo essere.

Il battito del tuo cuore procede regolare, il tuo respiro continua...
Nessuno te lo ha mai fatto notare, ma quel battito non è tuo, è un riflesso, è una sintonia, è l'eco di un battito più potente, più profondo, primordiale: quello della Vita, dell'Universo...

Un giorno cesserà, si fermerà il cuore, il sangue non nutrirà più le tue cellule, il corpo morirà, però sarà sempre parte dell'Universo: "Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma".
La materia di cui sei fatto rimarrà sulla Terra, finchè ci sarà la Terra, ritornerà a farne parte, e quando la Terra non ci sarà più rimmarrà parte dell'Universo.

Ma l'impulso che faceva battere il tuo cuore, che prendeva forma nei tuoi pensieri, che animava quella materia... esisterà ancora: in altre forme, in altre vite, altri luoghi, altri tempi.
Forse tornerà alla sorgente per un pò, per poi ricominciare altrove ulteriori percorsi di crescita ed evoluzione.

Ora non sono queste mie parole che possono convincertene, ma l'ascolto del tuo cuore... oltre il rumore, oltre le emozioni.
Se riesci a sentirlo realmente, riuscirai anche a riconnetterti al battito primordiale dell'Universo e della Vita.
In tal caso non potrai essere più lo stesso.

Adesso sai. Sei consapevole, e tutto cambierà.
Puoi tornare alla vita quotidiana che, per quanto questa sia reale, dura, a volte straordinariamente meravigliosa e altre straordinariamente crudele... sai essere transitoria, illusione, Maya.

Sarà più facile vivere ora: tu sai di essere nel mondo, ma di non farne parte.
Adesso puoi aprirti ad esso... puoi subire il caos; provare l'amore e l'odio; accogliere la lotta, che sia destinata alla sconfitta come alla vittoria.
Accettare la vita come la morte...


...osservati intorno, usa la mente ed ascolta il cuore, reagisci costruttivamente ai cambiamenti, coltiva con cura ogni relazione, comprendendo che siamo tutti uguali nella diversità...
Ma
sopra ogni altra cosa... VIVI!!!

sabato 15 gennaio 2011

FIAT

Fiat.... chi continuerà a guadagnarci, con o senza investimenti?

Cogliamo l'occasione del referendum, mettendo da parte i suoi effetti e ragioni, per guardare le cose da un punto di vista più distante e complessivo.

Dove sono andati a finire gli astronomici profitti della vendite della Fiat dell'ultimo secolo?Gli operai e impiegati ci hanno potuto campare e tirare avanti, magari anche comprando casa ma dovendo lavorare in due per mandare avanti famiglia, a differenza di 40 anni fa, bastava lavorasse il marito.

E gli Agnelli e gli azionisti? Il suo patrimonio alla morte può essere valutato da un minimo di 3 ad uno molto possibile di quasi 20 miliardi di euro ben occultati, basta che giriate in rete per accertarvene. E poi bisogna aggiungere i vari manager e amministratori delegati i cui profitti potete facilmente trovare: milioni di euro.

Riassumendo... da un business e come quello dell'auto in questi anni migliaia di famiglie, poche generazioni, hanno solo potuto avere un reddito decente mentre pochi eletti hanno accumulato fortune immense che noi comuni mortali non accumuleremo in centinaia di vite, e ci stanno anche litigando sopra, dopo la morte del Patriarca!

Eppure sono soldi nostri: da consumatori e clienti, da investimenti pubblici prelevati dalle nostre tasse, per di più impiegati male, perché in Cina sono presenti da anni tutti i marchi più importanti esclusa la Fiat, per la quale innovazione significa sempre la stessa cosa: ridurre il costo dei lavoratori. Senza contare i danni ambientali che il mercato e il mezzo procura che ricadono sulla collettività e che dovrebbero essere sottratti da chi ha accumulato patrimoni immensi esternalizzandoli.

Ma vi sembra un sistema economico tollerabile?
Quanto ancora vogliamo subirlo, come ingiustizia sociale?
Quanto ancora possiamo subirlo come degrado ambientale?
Che differenza c'è tra gli antichi e moderni imperi basati sulla monarchia, un dittatore e la schiavitù, e questo modello di economia malata?

Quando vogliamo pensare e costruire una società che sia fondata non sul lavoro (unica pecca della Costituzione) ma sulla solidarietà, sulla mutualità, sul rispetto della Vita e sulla Natura, senza la quale non possiamo vivere?

giovedì 13 gennaio 2011

I semi della sofferenza e della felicità

Guardandomi attorno noto che ci sono persone che cercano e vivono costantemente nell'infelicità, nel dolore, nella disperazione. La loro visione della vita è quella cattolica, del mondo come “valle di lacrime”, un posto dove la gioia appare raramente, fugacemente, in poche occasioni, lasciando per la totalità della loro esistenza lo svolgimento di doveri, incarichi gravosi, il peso di piccole e grandi tragedie. E questa visione quasi sempre la trasmettono ai figli, a chi gli sta intorno: parenti, amici, colleghi, vicini...

Eppure, a guardare bene, è proprio per quella visione che di fatto vivono una vita così sofferta, in ogni cosa si aspettano il peggio, lo intravedono e gli corrono incontro a braccia aperte; e se casualmente gli capitano occasioni di piacere, divertimento, persone giuste che potrebbero regalargli felicità ne approfittano poco quando non le scansano come fosse fumo negli occhi.

Le questioni umane sono certamente complesse perchè complesso è l'essere umano... ma con un minimo di oggettività, guardando gli altri, e perfino noi stessi come se assistessimo ad una commedia, riusciremmo subito ad individuare questo modello di comportamento, e per contrasto quello opposto, quello di persone che, nonostante tutte le avversità che il destino gli pone contro, riescono ad uscirne vittoriosi, a restarne indenni, a confermare quel detto che recita “Ciò che non uccide ti rende più forte”, ma non solo.

Queste persone infondono allegria, spensieratezza, voglia di vivere; dove i primi vedono problemi essi vedono opportunità; mentre gli altri trovano scuse essi cercano e percorrono nuove strade fino ad ottenere ciò che desiderano e goderne.

Queste due modalità comportamentali, atteggiamenti verso se stessi e la vita riflettono le due polarità che interagendo muovono il mondo, animano la vita: positivo e negativo, vita e morte, luce e buio. E nulla vieta che l'una si diffonda fino quasi a prevalere sull'altra: accade nei momenti storici di regressione sociale, come in quelli di rinascita e progresso. Questo perchè, alla pari di un'altra fondamentale legge della fisica, tutto è in continua trasformazione.

Perciò, chiunque viva nella sofferenza sappia che ha una scelta, una possibilità: smetterla di coltivare le piante del dolore, volgere lo sguardo dall'altra parte, nel Giardino della Vita, cominciare a piantare i semi della felicità, ad averne cura, a proteggere i loro germogli affinchè diventino piante robuste, con radici che andranno in profondità nella terra così che la felicità si radicherà nel nostro essere, nella nostra anima, e potremo anche far gioire chi ci circonda e amiamo.

Non si può dare ciò che non si possiede: amatevi e siate felici e potrete amare e rendere felici gli altri...