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lunedì 26 gennaio 2009

La mia curiosità

Una delle mie caratteristiche innate fin da piccolo è stata la curiosità, unita all’osservazione di chi mi stava intorno e me stesso: emozioni, pensieri, sentimenti, atteggiamenti. Ho sviluppato empatia e compassione, nei limiti delle mie possibilità di sopportazione e quando lo ritenevo opportuno. Anche riguardo cosa mi circondava: ho sviluppato la conoscenza di macchine, funzionamenti, meccanismi.
Mi sono sempre chiesto il perché di ogni cosa, e non mi sono mai accontentato di risposte vaghe o superficiali. So che ci sono cose che non potremo mai capire con la mente, ma intuire e comprendere con il cuore si. Altre rimarranno con un punto interrogativo, ma non ci impediranno certo di essere felici e andare avanti! Ma moltissime cose se lo si desidera possono facilmente essere comprese, non è necessario essere dei geni, chi cerca trova, soprattutto nel web. Occorre anche il coraggio di guardare la realtà, per quanto brutta e scomoda possa essere, e superare i tanti momenti di sconforto, tristezza, abbattimento che per forza di cose ci colpiranno; la realtà è anche peggiore di quanto si possa immaginare, ma la sofferenza, le ingiustizie, le violenze non rappresentano tutto l’esistente, ne sono solo una parte. Esistono la felicità, la bellezza, la promessa di un futuro migliore scolpita nel nostro DNA. E se vogliamo sopravvivere e realizzare questo futuro è a quella visione che dobbiamo rivolgere il nostro sguardo e il nostro cuore. Riceveremo la forza necessaria per attuarla. Come potremo riceverla dallo stare insieme, dalla condivisione di emozioni, esperienze, speranze, paure. Maturerà una certezza: cambiare è possibile. Realizzare i sogni è possibile. Dipende da noi, ne abbiamo il potere, sta a noi comprenderlo e decidere di usarlo. Da soli possiamo poco, insieme possiamo tutto.
Ho selezionato alcune frasi di A. Einstein, che rendono bene ciò in cui credo fermamente e di cui mi piacerebbe parlare più avanti:
- Solo chi è così pazzo da credere di poter cambiare il mondo, lo cambia davvero. - I problemi non possono essere risolti con lo stesso atteggiamento mentale che li ha creati.
- Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo 'universo', una parte limitata nel tempo e nello spazio.
Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
Quest’ultima riflessione oltre ad essere stata formulata da un geniale scienziato è la stessa a cui è giunta la fisica quantistica di recente, e corrisponde alla visione di Unità delle tradizioni orientali e dei nativi d’America. E' stupefacente constatare come due metodi diametralmente opposti, quello teorico, razionale e scientifico, e quello pratico, intuitivo e spirituale giungano alle stesse conclusioni. Non è abbastanza per capire che quella indicata è la strada giusta? Che con questa visione possiamo colmare lo spaventoso vuoto lasciato dal fallimento di tutte le ideologie finora conosciute, da quelle religiose, al capitalismo/consumismo e al comunismo? E nel contempo scoprire come sia possibile rimediare ai catastrofici danni da loro arrecati? Osho, come Goleman, il Dalai Lama e tantissimi altri ricercatori su di un diverso uso della nostra mente e del nostro cuore, indicano nella sintesi tra oriente ed occidente, nel corretto uso dei due diversi approcci e in un nuovo paradigma culturale la strada per sviluppare pienamente le nostre potenzialità, finora usate solo sporadicamente. Ed è questa sintesi che vorrei usare per ipotizzare un futuro possibile, ben diverso da quello finora conosciuto e indicato dal “Sistema”, dalla pubblicità o dai romanzi di fantascienza. Tutti cambiano forme e dettagli, ma disegnano sempre la stessa umanità, come quella attuale o di migliaia di anni fa, vittima dei suoi difetti e delle sue debolezze, sempre ordinata in gerarchie, in ricchi e poveri, in dominanti e dominati, ancora divisa nel genere maschile/femminile, che pretende di portare pace con la guerra, di ispirare nei cittadini di ogni nazione rispetto degli altri con la violenza e le punizioni, anziché con l’esempio e la disponibilità, come se fosse possibile ispirare amore in qualcuno investendolo di odio. E' l'esempio, il comportamento, il metodo che conta, che viene appreso, non il messaggio; se il metodo è violenza, come può trasmettere pace?